Le 10 racchette che hanno fatto la storia del tennis

Quando si parla di racchette da tennis, l’importanza storica è data dall’insieme di tecnologia e popolarità. Fin dagli albori del nostro sport, i tennisti e gli appassionati hanno potuto sperimentare svariati modelli, alcuni fallimentari, altri rivoluzionari. Alla fine, una racchetta è tanto importante quanti sono i cambiamenti che ha portato, e quanto è stata abbracciata dalle masse. Ecco le 10 racchette che hanno cambiato di più il tennis.

10) Yonex R-22

l marchio giapponese Yonex esordì nel tennis con una racchetta in vetronite usata da Billie Jean King e Martina Navratilova negli anni ’70, ma non ha lasciato davvero il segno nel nostro sport fino all’avvento della grafite, nei primi anni ’80. LA R-22 è stata la prima racchetta con una forma della testa isometrica, aumentando così la dimensione della sezione trasversale. Navratilova nel 1984, ne ha usufruito per trionfare al Roland Garros, a Wimbledon e agli Us Open, e successivamente fu usata anche da Monica Seles.

9) Prince Graphite 100

Negli anni ’90, più grande era una racchetta meglio era per un tennista, o almeno è così che pensavano i produttori. La “Dunlop Slazenger’s Max Predator” è stata la prima racchetta davvero grande dell’epoca, ma poco dopo seguirono la tendenza anche marchi come Wilson e Prince, con le loro racchette dai 28 pollici in su. Una delle più famose fu la Prince Graphite 100, usata da Michael Chang, e che permetteva di coprire meglio il campo, sia a rete che a fondo, e di servire meglio.

8) Babolat Play

La Babolat ha modernizzato i propri prodotti mediante algoritmi e tecnologie, che hanno portato nel 2013 alla prima racchetta “connessa”. Grazie a particolari sensori posizionati nel manico, l’attrezzo registra svariati tipi di statistiche, dal punto di impatto alla potenza e rotazione dei colpi. La Federazione Internazionale ha poi permesso la diffusione nel tour di questa tecnologia, che è tutt’ora utilizzata da top player del calibro di Caroline Wozniacki e Rafael Nadal. La funzione Play è stata poi aggiunta anche nei modelli Pure Drive e Pure Aereo.

7) Head Radical

Lo stile di Andre Agassi è sempre stato unico nel suo genere, quindi è giusto che la Head abbia sviluppato una racchetta apposta per lui. Lo statunitense ha vinto 7 dei suoi 8 titoli Slam con la Radical, che è esordita nel circuito nel 1993. La sua popolarità e il suo successo le hanno permesso di stare al vertice della classifica delle vendite per 5 anni (1999-2004), e la rinascita della Head, che successivamente ha progettato la prima racchetta in titanio e grafite nel 1997.

6) Prince Pro

Il 1970 ha inaugurato l’era dell’alluminio, un materiale più adatto alle racchette dell’acciaio. Con essa sono iniziate anche le prime ricerche riguardo le prime racchette “oversize”. Mentre Weed Usa offriva nel 1975 il primo attrezzo di questo tipo nel 1975, è stato il disegno di Howard Head della Prince Pro a portare grandi novità. Grazie a questo modello, la la diciottenne Pam Shriver realizzò una cavalcata sorprendente agli Us Open 1978, sconfiggendo Martina Navratilova e dando del filo da torcere a Chris Evert. Con uno piatto corde più grande rispetto alle racchetta in legno e un peso nettamente minore, la Prince Pro, come i successivi modelli del marchio, permise anche ai tennisti amatoriali di imprimere potenza nei colpi.

5) Dunlop Max 200G

La Dunlop ha iniziato il progressivo passaggio dall’alluminio alla grafite nel 1980, producendo la Max 200G, che è stata una delle prime racchette in questo materiale. Quando leggende come Steffi Graf e John McEnroemostrarono le potenzialità delle grafite nelle competizioni, la Dunlop capì di avere qualcosa di importante nelle mani. Dunque successivamente la produzione di racchette in fibra di carbonio (hrafite) e in nylon fu perfezionata, con modelli ancora più leggeri.

3) Wilson T2000

René Lacoste si avvicinò con un ambizioso progetto alla prima racchetta in metallo nel 1953, ma si dovette aspettare la creazione da parte della Wilson, che si basò proprio su quel modello in metallo, della Wilson T2000 nel 1967, per avere la prima racchetta non di legno con un grande successo commerciale. Dopo che King e Clarck Gaebner la ebbero usata per vincere agli Us National del 1967, Jimmy Connors trionfò con essa a Wimbledon nel 1974 e nel 1982. La testa della Wilson T2000 migliorò la capacità di controllo rispetto a qualsiasi racchetta in legno, e dopo che la Wilson finì di produrla, Connors cercò disperatamente qualcuno che potesse procuragliela.

2) Maxply Fort

Ottenuta con la miscela di nove legni diversi, la Maxply Fort dimostrò di essere una delle racchette più popolari di sempre. Dopo il debutto nel 1931, fu utilizzata da una serie di “pro” (allora non era ancora nata l’Era Open), che includeva Rod Laver, che diceva di personalizzare le sue Dunlop per ottenere la misura e il peso esatto che cercava. Col tempo la Dunlop Maxply Fort divenne la racchetta preferita di un’intera generazione di professionisti che usavano racchette di legno.

1) Wilson Pro Staff

La linea Pro Staff non era certamente una novità nel 1983, ma lo era sicuramente l’uso della grafite intrecciata. Il passaggio a telai da 95 pollici, e  la costruzione intrecciata di grafite e Kevlar permisero di ottenere fibre continue per tutta la testa della racchetta, dando alla Pro Staff una sensazione diversa. E il modello fu poi reso famoso prima da Pete Sampras, negli anni ’90, e infine da Roger Federer. Pur non essendo il primo attrezzo fatto di grafite, la sua tecnologia, e i grandi tennisti che la utilizzarono, resero la Pro Staff uno dei modelli più popolari della storia del nostro sport.